Lo smart working dopo l’emergenza

23-02-2022
Lo smart working dopo l’emergenza

Il 31 marzo, dopo oltre 2 anni, terminerà lo stato d’emergenza legato alla pandemia da Covid-19.
Da qualche settimana, ormai, aziende e lavoratori si interrogano su come poter continuare a beneficiare degli aspetti positivi dello smart working da aprile in poi.
I dati delle ultime ricerche riportano che il 53% dei lavoratori vorrebbe che lo smart working venisse implementato in maniera strutturata all’interno della propria azienda.

Il lavoro agile: una leva strategica di employer branding e fidelizzazione

Quello che è ormai certo è che per molte realtà lo smart working è diventato una nuova modalità di lavoro. Pare assai improbabile, quindi, che da aprile si possa tornare ad una situazione pre-covid azzerando completamente la possibilità di lavoro in un luogo diverso dalla sede aziendale.
In questi mesi, aver sperimentato le opportunità di conciliazione famiglia – lavoro e la possibilità di liberare del tempo evitando gli spostamenti casa-lavoro ha posto come prioritari, nella scelta del proprio posto di lavoro, elementi che prima erano considerati come benefit eccezionali.
Lo smartworking rappresenta oggi una leva fondamentale di attrazione di nuovi talenti e di fidelizzazione e motivazione delle proprie risorse umane.

Dallo smart working d’emergenza allo smart working strutturato

Secondo stime ministeriali, il lavoro agile riguarda circa il 30% della forza lavoro nazionale.
È innegabile che molte realtà, spinte dall’emergenza sanitaria, si siano trovate ad applicare forzatamente lo smart working per superare i periodi di lockdown, ridurre l’affollamento negli uffici e tutelare la salute dei propri dipendenti, evitando di congestionare i mezzi pubblici.
Terminata l’emergenza, lo smart working tornerà ad essere formalmente regolato da accordi individuali, come previsto dalla legge 81 del 2017.
Per questo motivo diventa fondamentale dotarsi di un vero e proprio piano per lo smart working, attraverso l’analisi della propria popolazione aziendale, delle esigenze aziendali, delle attività che è possibile svolgere da remoto. Allo stesso tempo diventa fondamentale predisporre un regolamento sullo smart working e lavorare alla definizione di un progetto formativo che consenta lo sviluppo di competenze necessarie per renderlo una modalità di lavoro efficace. Il progetto formativo dovrà, al contempo, focalizzare l’attenzione dei partecipanti su una serie di aspetti che, se rispettati, eviteranno la messa in atto di comportamenti poco rispettosi della salute e della sicurezza durante le giornate di lavoro da casa.

Il team integrato per lo smart working

Assolombarda e Assolombarda Servizi, attraverso un team integrato di professionisti, supportano le aziende associate nell’implementazione di piani di smart working affrontando gli aspetti sindacali, giuslavoristici e di salute e sicurezza. Il nostro servizio, una volta definite le caratteristiche che il regolamento di smart working deve avere per ciascuna realtà, consente di realizzare analisi di contesto, scegliere gli strumenti tecnologici abilitanti, definire strategie operative, redigere piani di comunicazione efficienti, progettare ed erogare percorsi formativi personalizzati e, infine, progettare gli spazi in maniera tale che si adattino alle nuove esigenze di lavoro. Il singolo progetto viene studiato per restituire all’azienda una soluzione modulata e personalizzata rispetto alle proprie esigenze.

In considerazione di una graduale ripresa delle attività in presenza, e del ricorso all’effettivo significato di smartworking, mettiamo a disposizione delle aziende il nostro supporto per lo sviluppo di piani spostamento casa-lavoro (PSCL) che consentano l’individuazione di una mobilità più sostenibile e che vadano incontro alle nuove esigenze di spostamento dei lavoratori che alternano giornate di lavoro da remoto e giornate in presenza presso le sedi aziendali.

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di riferimento

Marianna Tritto
Service Manager Formazione in Azienda, Smartworking, INAIL, Mobility

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